Guida alle Lunghe Esposizioni

Quella delle lunghe esposizioni è una tecnica oggi ampiamente impiegata nella fotografia paesaggistica. I tempi di scatto lunghi rappresentano un metodo molto efficace per ottenere un effetto di sicuro impatto col minimo sforzo.

In questo articolo vi fornirò una guida completa alla lunga esposizione, spiegando quale attrezzatura serva, come impostare la fotocamera e quali accortezze si possano prendere per migliorare i risultati.

Che Cos’è una Lunga Esposizione

Una lunga esposizione non è altro che una foto scattata impiegando un tempo di otturazione particolarmente lungo.

fotografia di un paesaggio marino durante l'ora blu con una lunga esposizione

Come spiegato nella pagina dedicata al tempo di scatto, la fotocamera registra qualsiasi movimento avvenga all’interno della scena mentre il suo otturatore rimane aperto.

Scattando la foto di un’auto in corsa con un tempo rapidissimo essa si presenterebbe nella foto perfettamente ferma, come “congelata”. Riprendendola con un tempo lungo, invece, apparirebbe come una figura indistinta, forse irriconoscibile, allungata nella direzione verso cui si muove.

L’esposizione lunga permette dunque di riprendere i soggetti in modo molto diverso da come vengono percepiti ad occhio nudo, il che crea un effetto estremamente suggestivo.

Qualsiasi foto scattata con un tempo di posa lungo potrebbe definirsi, tecnicamente, una lunga esposizione. Tuttavia, quando questa espressione viene usata per definire un genere fotografico a sé, si dà per scontato che l’aver impiegato un tempo lungo abbia influito in maniera determinante nell’estetica della fotografia.

Infatti, può anche capitare di usare un tempo lungo semplicemente perché esso è necessario ad ottenere una corretta esposizione, ad esempio nella fotografia notturna, per fotografare le stelle, ed in generale quando c’è poca luce. Per foto di questo tipo, il ricorso ai tempi lenti è una necessità tecnica, che non riguarda l’estetica dello scatto: sarebbe un po’ improprio definirle lunghe esposizioni.

Quando si parla di lunga esposizione intesa come una vera e propria tecnica fotografica, ci si riferisce quindi alla scelta deliberata di un tempo molto lungo col preciso intento di ottenere un particolare effetto di mosso creativo.

Ciò presuppone la presenza di almeno un elemento, all’interno della scena, il cui movimento appaia evidente nell’immagine finale. Spesso, l’effetto mosso non riguarda tanto il soggetto vero e proprio della foto (che invece si desidera normalmente nitido), ma piuttosto un elemento secondario, che arricchisce la composizione.

Le lunghe esposizioni si possono attuare in una moltitudine di situazioni e con i soggetti più disparati. Alcune delle applicazioni più comuni riguardano:

  • l’acqua (mare agitato, fiumi, torrenti e cascate)
  • le nuvole
  • scie luminose di vario tipo (come quelle “disegnate” dai veicoli in transito)

Vediamo più da vicino alcuni esempi di foto che ritraggono proprio soggetti di questo tipo.


Acqua Effetto Seta

Creare un effetto seta sull’acqua è forse la finalità che più frequentemente spinge ad usare una lunga esposizione. I soggetti prediletti per foto di questo tipo sono ruscelli, fiumi e cascate, nei quali il flusso d’acqua è piuttosto rapido.

Nella foto qui sotto, l’effetto della lunga esposizione appare evidente sia nella resa delle cascate sullo sfondo sia sull’acqua in primo piano. Quelle “scie” allungate sulla superficie del laghetto non sono altro che foglie e detriti trasportati dalla corrente.

fotografia di un paesaggio naturale con laghetto sul quale si immettono tante cascate realizzata con filtri nd e lunga esposizione

La foto qui sotto mostra un paesaggio marino ripreso con un tempo di posa pari a 30 secondi. Da notare come un tempo di esposizione lungo, “appiattendo” le onde, abbia finito per celare in parte la forza dirompente del mare.

fotografia di un paesaggio marino elaborata con Photoshop

La scena appare di conseguenza molto più quieta di quanto non si presentasse nella realtà: un risvolto molto comune delle lunghe esposizioni.

In effetti, era in atto una vera e propria tempesta, con onde altissime ed un vento talmente forte da rendere molto complicate le operazioni di scatto.

Per evitare che il vento facesse cadere cavalletto e fotocamera (eventualità alquanto spiacevole) sono stato costretto ad utilizzare il treppiedi alla sua minima estensione, stabilizzandolo con un peso ed approfittando delle brevi tregue tra una folata e l’altra.

La foto qui sotto, scattata a pochi minuti di distanza con un tempo relativamente breve, sembra raccontare una situazione ben diversa!

fotografia del mare in tempesta scattata con un tempo di posa breve

Se avessi usato un tempo ancora più lungo, di diversi minuti, il mare sarebbe apparso come una nebbiolina indistinta, priva di dettagli riconducibili alle onde. In questo caso, la foto avrebbe finito addirittura per trasmettere una sensazione di pace, di quiete, a dispetto delle reali condizioni meteorologiche!

Questo ci fa riflettere sul fatto che l’esposizione lunga non debba essere adottata “a caso”, ma sempre in funzione di ciò che vogliamo comunicare attraverso la nostra foto.


Lunga Esposizione e Nuvole in Movimento

Una lunga esposizione permette anche di registrare il movimento delle nuvole nel cielo, che in questi casi appaiono allungate nella direzione del vento.

Rispetto al movimento dell’acqua, quello delle nuvole è relativamente lento, il che costringe ad usare tempi più lunghi per ottenere un effetto tangibile. Se il vento è forte, 15 o 30 secondi potrebbero essere sufficienti, mentre in altri casi sono necessari tempi superiori al minuto.

Le giornate migliori per scatti di questo genere sono quelle in cui il cielo è occupato da grosse nuvole dalle diverse sfumature, ben distinguibili. Se la copertura nuvolosa è troppo uniforme o il tempo di posa eccessivamente lungo, il cielo rischia di apparire monocromatico, e quindi poco interessante.

Anche la direzione in cui soffia il vento è da tenere in considerazione, dato che può influenzare la composizione. Se le nuvole si spostano verso lo sfondo della foto (come nell’esempio immediatamente qui sotto) si vengono a creare delle diagonali che conferiscono all’immagine una certa dinamicità.

fotografia che mostra dei mulini a vento ripresi con un grandangolo ed una lunga esposizione dovuta ai filtri ND

Se invece le nuvole si spostano in orizzontale rispetto al fotogramma (come nel prossimo esempio), l’effetto sarà più statico, e può essere sfruttato per donare alla foto un senso di tranquillità.

Per la foto qui sotto, ho usato un tempo di posa di 60 secondi, sufficiente per far apparire il cielo striato a causa del passaggio delle nuvole sullo skyline della città.

paesaggio urbano ripreso con una lunga esposizione

In questo caso, la scelta di una lunga esposizione ha permesso di conferire un pizzico di originalità all’immagine, differenziandola dalle tante viste di Edimburgo riprese dal medesimo punto.


Fotografare Scie Luminose delle Auto (Light Trail)

Anche le foto delle scie luminose (light trail) si basano sulla lunga esposizione. Il caso più comune riguarda le luci emesse dai fari delle automobili in transito, che per effetto dei tempi lenti appaiono, appunto, come delle scie allungate che ricalcano il percorso della strada.

Foto di questo genere possono essere ottenute sia con tempi di scatto relativamente rapidi (come 5″) che particolarmente lunghi (ad esempio un minuto). Molto dipende dalla quantità di auto presenti e dalla loro velocità. Per un risultato ottimale, le scie dovrebbero ripercorrere l’intero tratto di strada inquadrato.

Per avere un maggiore controllo, si preferisce talvolta eseguire una serie di esposizioni consecutive, con tempi non troppo lunghi, per poi assemblare i vari scatti in post-produzione.

fotografia eseguita con un filtro ND ed una lunga esposizione che mostra le scie luminose lasciate dalle automobili in transito

In questo genere di scatti, normalmente, le luci sono le uniche “parti” dei veicoli a rimanere visibili, in quanto sono quelle più luminose.

Nell’immagine qui sotto, che ritrae il Tower Bridge di Londra, le strisce luminose delle macchine (e degli autobus a due piani) vengono usate, come spesso avviene, a mo’ di elemento compositivo.

Allo stesso modo delle transenne e del parapetto del ponte, le scie fungono da linea guida che accompagna l’occhio dell’osservatore verso lo sfondo.

fotografia urbana realizzata con un grandangolo durante l'ora blu

Come Fare una Lunga Esposizione

Adesso che abbiamo analizzato diversi esempi, passiamo al sodo e vediamo come fare una lunga esposizione.

Attrezzatura Necessaria

Per mettere in atto questa tecnica, non serve un’attrezzatura particolarmente sofisticata. La condizione essenziale è quella di possedere una macchina fotografica che offra le modalità di scatto manuali, così che si possa impostare arbitrariamente il tempo di esposizione.

L’ideale sarebbe una reflex oppure una mirrorless, ma anche alcune compatte “evolute” e molte bridge danno questa possibilità, sia pure, con alcuni limiti.

La scelta dell’obiettivo, invece, non ha alcuna importanza: qualsiasi ottica può essere impiegata per fotografie di questo genere.


Come Ricavare un Tempo di Posa Lungo

Abbiamo visto come la tecnica delle lunghe esposizioni ruoti intorno al tempo di posa, il quale deve essere impostato su un valore molto elevato rispetto alle situazioni più comuni.

Tuttavia, il tempo di posa è anche uno dei parametri che determinano l’esposizione (intesa come luminosità dell’immagine) e bisogna fare in modo che rimanga equilibrato rispetto alle altre variabili in gioco, ossia l’apertura di diaframma, la sensibilità ISO e, ovviamente, la luminosità stessa della scena.

Nel caso in cui questo equilibrio venisse a mancare, ci ritroveremmo con una foto irrimediabilmente sovraesposta.

Se questi concetti non vi sono molto chiari, vi consiglio di dare un’occhiata alla pagina dedicata all’esposizione, all’interno della quale è spiegato per filo e per segno il rapporto che lega tempi, diaframmi ed ISO.

In poche parole, dobbiamo quindi fare in modo che il giusto tempo di scatto per ottenere un’esposizione corretta sia particolarmente lungo.

fotografia realizzata con una lunga esposizione mediante l'utilizzo di filtri ND

Per far ciò, dobbiamo innanzitutto portare la sensibilità ISO sul livello più basso, di solito ISO 100. Possiamo inoltre chiudere il diaframma e fare così in modo che una minore quantità di luce filtri attraverso l’obiettivo.

Aperture adeguate potrebbero essere f/11 o f/16: meglio non spingersi oltre per evitare che la qualità d’immagine si deteriori a causa della diffrazione.

Usare ISO bassi e diaframmi chiusi, può essere sufficiente a determinare un tempo di posa abbastanza lento (ad esempio 15″ o 30″) quando la luce ambiente è già di per sé debole, ad esempio al crepuscolo.

Tuttavia, difficilmente questi settaggi saranno sufficienti per eseguire lunghe esposizioni al tramonto, all’alba o addirittura in pieno giorno, quando l’intensità della luce è più elevata.


Lunghe Esposizioni con Filtri ND

In questi casi, possono venirci in soccorso i filtri ND, gli accessori fotografici più utilizzati in associazione alle lunghe esposizioni.

Una volta applicati davanti all’obiettivo, i filtri ND riducono la quantità di luce percepita dalla fotocamera e consentono, di conseguenza, di allungare i tempi di posa.

Esistono filtri di diverse intensità, da quelli che “tolgono” solo pochi stop, ad esempio 2 o 3, a quelli il cui assorbimento della luce equivale addirittura a 10 o 15 stop. Questi ultimi permettono di ricavare un tempo di posa molto lungo (anche di parecchi minuti) persino in pieno giorno.

set di filtri ND

Questi preziosi accessori sono insomma indispensabili per chi vuole cimentarsi seriamente nella tecnica delle lunghe esposizioni. Se volete approfondire l’argomento vi consiglio di leggere la pagina interamente dedicata ai filtri ND.


Impostare la Fotocamera per le Lunghe Esposizioni

Come anticipato, per avere il massimo controllo sui parametri di scatto dovremo usare preferibilmente una delle modalità manuali messe a disposizione dalla fotocamera. Tra di esse, a seconda dei casi, possiamo scegliere quella più indicata:

  • Priorità di Tempi (“S” o “Tv“). Questa modalità è consigliabile nel caso in cui vogliamo essere certi che la fotocamera utilizzi lo specifico tempo di scatto che impostiamo manualmente. L’apertura di diaframma più adatta sarà invece calcolata automaticamente.
  • La modalità a Priorità di Diaframma (“AV” o “A“) può essere usata quando non è indispensabile determinare con esattezza il tempo di posa (una differenza di pochi secondi potrebbe d’altronde essere irrilevante). Il vantaggio di questa modalità è quella di poter controllare con precisione l’apertura di diaframma, e di conseguenza la profondità di campo della foto.
  • Nella maggior parte dei casi, la modalità più adatta è quella completamente Manuale (“M“). Usandola, potremo avere il pieno controllo sia sui tempi che sull’apertura di diaframma, il che torna utile in particolare quando dobbiamo effettuare un’importante compensazione dell’esposizione.

Se ci ritroviamo ad usare un tempo più lungo di quello massimo che si può impostare manualmente sulla fotocamera, dovremo ricorrere alla “Posa Bulb”, detta anche “Posa B”, che permette di stabilire arbitrariamente una qualsiasi durata dell’esposizione.

fotografia che mostra un borgo al crepuscolo realizzata con dei filtri ND che hanno comportato una lunga esposizione

Solo le fotocamere più avanzate offrono la posa Bulb, ed il suo funzionamento varia fortemente da modello a modello. Nella maggior parte dei casi, può essere impostata solo nella modalità Manuale, mentre in altri costituisce una modalità di scatto a sé stante.

Per quanto riguarda tutte le altre impostazioni della fotocamera, non ci sono delle specifiche indicazioni quando si scatta una lunga esposizione. Resta valido, come sempre, il consiglio di scattare in formato RAW, così da poter scegliere a posteriori il bilanciamento del bianco più opportuno e poter meglio regolare la luminosità ed il contrasto.


Suggerimenti per lunghe esposizioni perfette

La lunga esposizione richiede tassativamente l’utilizzo di un treppiedi. In caso contrario, avrete la ragionevole certezza di ritrovarvi una foto completamente mossa (anche nelle aree che invece desideravate nitide).

È anche consigliabile evitare di azionare direttamente lo scatto attraverso il pulsante di otturazione, dato che premendolo si muove la fotocamera aumentando il rischio di micro-mosso. Meglio ricorrere ad un telecomando per lo scatto remoto, attivare il timer (anche di 2 secondi) oppure azionare lo scatto tramite lo smartphone sfruttando il collegamento wireless.

Se utilizzate una reflex e non state scattando in modalità completamente manuale, cercate di coprire il mirino durante la ripresa, per evitare che le luce penetri attraverso di esso falsando la lettura dell’esposimetro. Non è necessario prendere questa precauzione se è attivo il live view.

Vi consiglio infine di disattivare la stabilizzazione, nel caso il vostro obiettivo disponesse di questa funzionalità, poiché sussiste il rischio che il suo funzionamento destabilizzi la fotocamera e causi una foto mossa.


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