In questa pagina parleremo del tempo di posa, detto anche tempo di esposizione, tempo di otturazione o tempo di scatto. Si tratta di uno dei tre parametri che determinano l’esposizione e quindi di un concetto estremamente importante in fotografia.
Nella pagina dedicata all’esposizione fotografica (che vi consigliamo di leggere attentamente prima di proseguire) abbiamo visto che utilizzando le modalità manuali di una fotocamera è possibile impostare a proprio piacimento il tempo di posa, il quale coincide con la durata dell’esposizione.
Non abbiamo però ancora spiegato, però, per quale motivo sia importante scegliere tempi di esposizione diversi da quelli suggeriti dalla fotocamera stessa.
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Che cos’è il Tempo di Esposizione
I parametri di scatto (tempo, diaframma ed ISO) suggeriti dalla fotocamera garantiscono soltanto che la luminosità della foto si corretta, ma non possono assicurare che portino allo scatto che il fotografo ha in mente.
Il tempo di posa scelto dalla macchina fotografica, in particolare, potrebbe non adattarsi alla situazione specifica. Ad esempio, l’esposimetro potrebbe suggerire un tempo di otturazione troppo lento per poter scattare a mano libera o per riprendere un soggetto in movimento.
Come spiegheremo a breve, comunque, avere una certa padronanza del tempo di scatto vi consentirà non solo di evitare errori di questo tipo, ma anche di dare libero sfogo alla vostra creatività.
Riassumiamo a questo punto il processo che avviene nel momento in cui premiamo il pulsante di scatto della fotocamera. Il diaframma, situato all’interno dell’obiettivo, forma un foro che coincide con il valore di apertura impostato, attraverso il quale passano i raggi luminosi.
Contemporaneamente, l’otturatore si apre e lascia che la luce venga assorbita dal sensore. Dopo un determinato intervallo di tempo, il tempo di posa appunto, l’otturatore si richiude ed il sensore smette di assorbire la luce.
Durante questo intervallo di tempo, il sensore della fotocamera catturerà la luce presente nella scena e registrerà tutti i movimenti che avvengono al suo interno.
Tempi di scatto Lunghi e Brevi
Le foto che seguono mostrano la stessa scena ripresa a distanza di alcuni minuti, utilizzando tempi di posa via via più lunghi. In particolare, prestate attenzione all’acqua, il principale elemento in movimento: la sua resa è molto diversa a seconda della durata dell’esposizione.
Solo nel primo scatto, effettuato ad 1/15” l’acqua appare “ferma”. A tempi via via più lunghi, il mare si mostra sempre più setoso, dato che il sensore della fotocamera ha registrato il movimento che le onde hanno compiuto mentre l’otturatore è rimasto aperto.
Notate anche che nell’ultima foto, scattata con tempo di esposizione di 20 secondi, oltre al movimento del mare appare evidente anche quello delle nuvole, dovuto al forte vento.
In casi come questo, non esiste uno scatto “giusto” o “sbagliato”. A seconda del risultato che volete raggiungere potrete scegliere se utilizzare un tempo di scatto breve o lungo. In questo esempio, un’esposizione breve “congela” le onde, evidenziando il fatto che il mare fosse agitato, mentre l’utilizzo di un tempo lungo rende la scena più calma e trasmette un senso di tranquillità.
Esposizione lunga o breve: esempi
Analizziamo adesso un altro scatto: la foto qui sotto è stata realizzata con un tempo di esposizione di 30 secondi ed ovviamente, con la fotocamera sul treppiedi.
Le auto che sono transitate sulla strada, nel corso di questi 30 secondi, sono state registrate sul sensore come delle scie, sottolineando le sinuose curve che dal primo piano conducono allo sfondo.
In questo caso, il ricorso ad una lunga esposizione non è stato affatto casuale. L’intenzione era proprio quella di enfatizzare la strada sinuosa e dare così un senso di profondità alla foto.
Un caso limite: per questa foto, il tempo di posa è stato addirittura di 943 secondi (è stata utilizzata la Posa Bulb).
Un tempo così lungo ha permesso di rivelare l’effetto della rotazione terrestre avvenuta nel corso dell’esposizione, che ha portato le stelle ad essere registrate come scie.
Questa foto è stata invece scattata utilizzando un tempo di posa molto breve, pari a 1/640”. Ciò si è reso necessario al fine di “bloccare” il movimento del treno in corsa e farlo apparire perfettamente nitido.
Scegliendo invece un tempo di posa più lungo, come quello suggerito dalla fotocamera, il treno sarebbe risultato inevitabilmente mosso.
Come Scegliere il Tempo di Posa
Comprendere appieno le implicazioni del tempo di esposizione sul risultato di uno scatto è quindi fondamentale per ottenere foto efficaci ma, più banalmente, anche solo per evitare palesi errori.
Tempo di posa per soggetti in movimento
Osserviamo questo scatto: una semplice pianta di margherite, nel giardino di casa, ripresa durante una giornata di vento, utilizzando la fotocamera in modalità automatica.
La foto è stata scattata con un tempo di esposizione pari a 1/15″, che sarebbe stato adeguato se il soggetto fosse rimasto immobile (e la macchina su treppiedi), ma che in presenza di forte vento ha causato un evidente mosso. Il sensore ha infatti assorbito la luce per 1/15” ed il movimento delle margherite, durante questo lasso di tempo, appare evidente. La foto è da cestinare.
Per fortuna, la soluzione è tutt’altro che complicata: basta ripetere lo scatto utilizzando un tempo di posa più rapido: abbastanza breve da non registrare il movimento della pianta.
Questa seconda fotografia è stata scattata con un tempo di esposizione di 1/125″, più breve quindi di 3 stop. Per ottenere comunque un’esposizione corretta, è stato necessario aprire il diaframma di 1 stop ed aumentare la sensibilità ISO di 2 Stop.
Già, ma come fare a sapere in anticipo quale tempo di posa sia sufficiente a “congelare” un soggetto in movimento? Purtroppo non esiste una regola universale, ma in generale è necessario utilizzare tempi tanto più rapidi quanto veloce è il movimento del soggetto.
Per fotografare persone in posa, che per quanto si impegnino non possono rimanere perfettamente immobili, bisognerebbe utilizzare tempi non inferiori ad 1/100″ o 1/150″. Se si riprendono invece persone in movimento, meglio cercare di avere tempi non più lunghi di 1/250.
Per atleti in corsa o animali in rapido movimento si utilizzeranno generalmente tempi non più lunghi di 1/500”. Per auto sportive in corsa o soggetti che si muovono a velocità simili si utilizzano tempi di 1/1000” o addirittura più rapidi.
Tempo di posa per scatti a mano libera
Nei casi visti finora abbiamo considerato soltanto il movimento del soggetto, e tutte le foto portate come esempio sono state scattate con l’ausilio del treppiedi.
Quando si parla di “mosso”, però, ci si può anche riferire a quello dovuto al movimento della fotocamera (o, se preferite, delle mani che la impugnano).
Utilizzando la macchina fotografica a mano libera, senza l’ausilio del cavalletto o di un altro supporto stabile, sarà necessario impostare tempi di esposizione piuttosto rapidi per evitare di incorrere in foto mosse.
Fermo restando che, come appena spiegato, bisogna sempre considerare quanto rapidamente si muove il soggetto, il “tempo limite” per scattare foto a mano libera dipende in primo luogo dalla lunghezza focale utilizzata. La regola da tenere a mente è che il tempo di esposizione deve essere più rapido dell’inverso della focale equivalente utilizzata.
Pertanto, scattando ad una focale di 250mm su una fotocamera con sensore full frame, il tempo di sicurezza sarà di 1/250”.
Scattando ad una focale di 300mm con una fotocamera APS-C otterremo una focale equivalente di 450mm ed un tempo di sicurezza, quindi, di 1/450″. Per scongiurare il rischio di micromosso dovremo quindi impostare il tempo di posa su 1/500”.
Molte fotocamere ed obiettivi sono dotati di stabilizzatori di immagine interni che permettono di compensare le vibrazioni della fotocamera e limitare così il rischio di foto mosse. L’efficacia degli stabilizzatori d’immagine si misura in termini di “Stop”.
Avere uno stabilizzatore di 2 Stop significa che potremo scattare con tempi di posa 2 Stop più lenti rispetto a quello di sicurezza. Nel caso il tempo di sicurezza fosse 1/450 (come nel caso ipotizzato in precedenza), potremmo quindi scattare a 1/125” anziché 1/500”, con buone probabilità di ottenere una foto nitida.
Come impostare il tempo di scatto
Abbiamo finora spiegato perché convenga scegliere autonomamente il tempo di esposizione anziché “fidarsi” di quello suggerito dalla fotocamera ed abbiamo anche visto quali tempi utilizzare in una lunga serie di situazioni.
A questo punto non resta che capire, dal punto di vista pratico, come impostare il tempo di scatto sulla macchina fotografica.
Impostare il Tempo di Posa su Reflex e Mirrorless
Se utilizzate fotocamere reflex o mirrorless, potrete impostare il tempo di esposizione utilizzando alcune delle modalità di scatto manuali tipiche di queste macchine.
In modalità Programma si possono normalmente scorrere le varie coppie tempo/diaframma proposte dalla fotocamera e scegliere quella più adatta alla situazione. In modalità a priorità di tempi si può invece impostare arbitrariamente un tempo di otturazione e far sì che la fotocamera calcoli automaticamente il valore di apertura in base ad esso.
Infine, in modalità Manuale potrete scegliere arbitrariamente sia il tempo di posa che l’apertura di diaframma. In ogni caso, abbiamo approfondito questi concetti nella pagina dedicata proprio alle varie modalità di scatto delle fotocamere.
Impostare il Tempo di Posa sulle Compatte
Scegliere il tempo di esposizione è considerata, dai produttori di macchine fotografiche, un’operazione avanzata. Per questo motivo, soltanto le fotocamere compatte più evolute consentono di effettuare questa scelta.
Controllate se fra i parametri personalizzabili della modalità P (o comunque della eventuale modalità non completamente automatica) sia possibile stabilire un tempo di scatto arbitrario.
In caso contrario, considerate che acune delle modalità scena tipicamente presenti sulle compatte sono spesso pre-impostate proprio per impiegare tempi particolarmente brevi (modalità “sport” o “bambini“, per esempio) oppure piuttosto lunghi (“notturno con treppiedi“, “fuochi d’artificio” o simili).
Inoltre, potreste spingere indirettamente la fotocamera ad utilizzare tempi più o meno lunghi aumentando o diminuendo la sensibilità ISO.