Come Fotografare le Cascate

In questa guida vi daremo qualche consiglio su come fotografare le cascate, uno dei soggetti più ricorrenti ed affascinanti della fotografia paesaggistica, ma per il quale è sempre in agguato il rischio di cadere nel banale.

Cercheremo di analizzare tutti gli aspetti più importanti da valutare per realizzare splendide fotografie delle cascate, concentrandoci soprattutto su attrezzatura da utilizzare, impostazioni della fotocamera, gestione dell’inquadratura e pianificazione dello scatto.

Attrezzatura per fotografare cascate

Di per sé, fotografare le cascate non richiede un’attrezzatura particolarmente avanzata o con funzionalità specifiche. Qualunque sia la fotocamera (o lo smartphone) in vostro possesso potrete cimentarvi nella ripresa di tali soggetti e buona parte del contenuto di questa guida potrà aiutarvi a migliorare i vostri scatti.

fotografia di un paesaggio naturale con laghetto sul quale si immettono tante cascate realizzata con filtri nd e lunga esposizione

Detto ciò, buona parte della riuscita dello scatto dipenderà dalle impostazioni utilizzate e, per andare oltre la semplice foto ricordo, sarebbe preferibile uno strumento che permetta di agire liberamente sui parametri dell’esposizione.

La soluzione ideale sarebbe una fotocamera mirrorless, una reflex o quantomeno una compatta evoluta, che disponga dei controlli manuali e permetta di regolare arbitrariamente tempi, diaframmi e sensibilità.

Un solido treppiedi rappresenta in questo caso un componente fondamentale, dato che fotografare le cascate richiede (nella maggior parte dei casi) l’utilizzo di tempi di posa piuttosto lunghi che, se impiegati a mano libera, porterebbero inevitabilmente ad una foto mossa.

I filtri fotografici trovano largo impiego – nei paesaggi in generale – ed in particolar modo nella fotografia delle cascate.

Un filtro polarizzatore permette di esaltare la saturazione dei colori sugli elementi secondari (foglie autunnali, boschi…), riduce i riflessi su eventuali specchi d’acqua (magari mantenuti in primo piano) e limita l’eventuale calo di nitidezza dovuto all’umidità.

Ancora più utili possono rivelarsi i filtri ND, grazie ai quali possiamo allungare a dismisura la durata dell’esposizione. Proprio in virtù della loro importanza, torneremo a parlarne più nello specifico nella sezione dedicata alle impostazioni di ripresa.

Per quanto riguarda gli obiettivi da utilizzare non esistono particolari indicazioni. Di fatto, la maggior parte delle fotografie alle cascate viene realizzata con un grandangolo, semplicemente perché si ha l’esigenza di inquadrare un elemento di grandi dimensioni da un punto di ripresa vicino, il che richiede un ampio angolo di campo.

Ciò dipende tuttavia dall’inquadratura scelta e nulla vieta di fotografare le cascate con un obiettivo normale o anche con un teleobiettivo, se ciò è coerente con la composizione che abbiamo immaginato.

A seconda dei casi, fare foto alle cascate può significare doversi avvicinare molto all’acqua. In questo caso, ricorrere a fotocamere ed obiettivi tropicalizzati permette di osare qualcosa in più senza il rischio di compromettere l’attrezzatura a causa degli schizzi.

Come impostare la fotocamera

Le impostazioni della fotocamera e i diversi effetti che ne conseguono, come abbiamo anticipato, rappresentano probabilmente l’aspetto che più incide sulla riuscita dei nostri scatti.

fotografia di una cascata realizzata con una lunga esposizione

La tecnica prevalentemente utilizzata per fotografare le cascate prevede l’utilizzo di tempi di posa molto lunghi, che sottolineino il corso dell’acqua evidenziandone il movimento.

Volendo realizzare foto di questo tipo, dovremmo impostare il tempo di scatto su valori superiori a mezzo secondo o un terzo di secondo, ma preferibilmente più lunghi.

La resa effettiva varia comunque a seconda di diversi fattori, fra i quali la velocità stessa del flusso d’acqua e la distanza di ripresa, motivo per cui vi consigliamo di fare diversi tentativi per stabilire il tempo di scatto più adatto alla situazione.

Di solito si tende ad evitare l’impiego di tempi eccezionalmente lunghi, benché anche questo dipenda dall’effetto che si desidera ottenere.

Superando tempi di otturazione di 20 o 30 secondi, l’acqua viene resa come una massa indistinta, priva di sfumature, e si rischia di evidenziare – oltre al movimento della cascata – anche quello degli elementi circostanti (come rami e cespugli agitati dal vento).

Come già accennato, tempi di esposizione simili richiedono necessariamente di montare la fotocamera su un cavalletto. In caso contrario, avremmo la ragionevole certezza di incorrere in un mosso generale dovuto all’instabilità della presa.

Impostazioni di scatto per tempi lunghi

Resta ancora da capire, dal punto di vista pratico, come impostare la macchina fotografica affinché impieghi un tempo di posa lungo.

Fotografia di una cascata ripresa con una lunga esposizione

Se conoscete già le basi della tecnica fotografica, saprete che per mantenere un livello di esposizione corretto (la giusta luminosità) allungando i tempi di posa, bisogna chiudere il diaframma ed abbassare la sensibilità ISO.

Possiamo quindi portare la ghiera delle modalità di scatto su Priorità di Tempi (generalmente indicata con ‘S‘ o ‘Tv‘ sulle fotocamere Canon), selezionare il tempo che vogliamo usare, ad esempio 1″, e regolare la sensibilità sul valore più basso supportato dalla fotocamera (di norma 100 ISO).

Così facendo, la macchina fotografica calcolerà automaticamente l’apertura di diaframma per garantire una corretta esposizione al tempo di posa da noi stabilito.

Nella maggior parte dei casi, queste operazioni non si riveleranno tuttavia sufficienti. Lo scoglio principale risiede nel fatto che la scena potrebbe essere investita da troppa luce per garantire un tempo di posa sufficientemente lungo, anche ricorrendo alla minima apertura di diaframma.

Ad esempio, considerando una giornata mediamente luminosa, l’esposizione di partenza potrebbe essere pari a 1/250 – f/8 o valori simili. In base alla legge di reciprocità dell’esposizione, persino chiudendo il diaframma su f/32 arriveremmo a 1/15″ e ci mancherebbero ancora ben 4 stop per raggiungere il tempo di posa prefissato (1″).

Inoltre, per quanto il diaframma possa tecnicamente essere chiuso fino ad f/22, f/32 o valori ancora inferiori, superata una certa soglia inizia a manifestarsi il fenomeno della diffrazione, che penalizza fortemente la qualità d’immagine. Difficilmente, quindi, si usano aperture più piccole di f/11 o f/16.

Insomma: in pieno giorno sarà parecchio difficile riuscire a ricavare un tempo di posa abbastanza lento da evidenziare l’effetto mosso sul flusso d’acqua. Come vedremo nella prossima sezione, comunque, il rimedio è piuttosto semplice.

Usare filtri ND per fotografare le cascate

Proprio per questo motivo, per fotografare le cascate in modo efficace è frequente l’impiego di filtri ND (o filtri neutri), i quali permettono di utilizzare tempi di posa molto lenti anche in pieno giorno.

set di filtri ND
Set di filtri ND

In breve, i filtri ND sono accessori che, applicati all’obiettivo, assorbono parte della luce che filtra attraverso di esso colpendo il sensore, un po’ come degli occhiali da sole.

La fotocamera ‘vedrà’ quindi la scena come se fosse più buia e, a parità di diaframma ed ISO, richiederà tempi di posa più lunghi per ricavare una corretta esposizione, il che è esattamente quel serve a noi.

Ovviamente c’è molto di più da dire rispetto all’utilizzo di questo accessori, impiegati in una moltitudine di situazioni oltre che nelle fotografie delle cascate. Evitiamo comunque di appesantire eccessivamente questo articolo e vi rimandiamo piuttosto alla nostra apposita guida ai filtri ND, nella quale abbiamo trattato l’argomento in maniera esaustiva.

Ne approfittiamo anche per segnalarvi altri contenuti che potrebbero tornarvi utili come approfondimento, ed in particolare la nostra guida alle lunghe esposizioni ed al tempo di posa in fotografia, concetti che come abbiamo visto sono molto coerenti con questo genere di scatti.

Fotografare cascate con tempi brevi

Abbiamo finora visto come fotografare le cascate usando tempi lunghi e sottolineare così il movimento dell’acqua. Per quando largamente impiegata sia, non è ovviamente questa l’unica tecnica utilizzabile per soggetti di questo genere.

cascata fotografata con un tempo di esposizione veloce

In alcuni casi può convenire, al contrario, puntare tutto sulla tecnica opposta, ossia sull’impiego di tempi particolarmente rapidi.

In questo caso il risultato sarà quello di fermare il movimento dell’acqua, piuttosto che evidenziarne il movimento (che comunque trasparirà implicitamente), sottolineandone la velocità e la potenza, per un risultato contraddistinto da una grande dinamicità.

Se la tecnica delle lunghe esposizioni applicata alla fotografia delle cascate ben si lega con scene tranquille, delle quali vogliamo proprio sottolineare la quiete, l’impiego di tempi di scatto brevi si lega meglio a quelle situazioni nelle quali preferiamo enfatizzare la forza dirompente della natura.

Affinché uno scatto di questo tipo funzioni, è essenziale che esistano elementi sui quali l’effetto di congelamento appaia evidente. Cerchiamo quindi di includere nell’inquadratura gli schizzi prodotti dalla cascata o l’impatto dell’acqua sulle rocce.

Per impiegare questa tecnica, dal punto di vista delle impostazioni di scatto, dobbiamo sostanzialmente fare l’opposto di quanto indicato nel caso dei tempi di posa lunghi. Possiamo quindi usare la modalità di scatto a Priorità di Tempi, scegliere il valore che riteniamo opportuno (come 1/250, 1/500, o valori simili) e lasciare che la fotocamera regoli di conseguenza il diaframma.

Se la quantità di luce presente richiedesse un’apertura più ampia di quella massima disponibile o se si preferissi impiegare un diaframma intermedio al fine di mantenere la profondità di campo, possiamo agire aumentando di qualche stop la sensibilità ISO.

Inquadratura, composizione e pianificazione

Includere nell’inquadratura soltanto la cascata o addirittura solo parte di essa, difficilmente porterà ad un risultato originale. In un certo senso, una cascata è di per sé solo acqua ed a renderla particolare e spesso il contesto in cui si trova.

fotografia di un paesaggio naturale che riprende una cascata che si immette in un lago

A livello compositivo, la sfida consiste quindi nel trovare il giusto equilibrio tra il soggetto principale del nostro scatto e gli elementi coerenti che lo circondano.

Trattandosi di cascate, la location sarà presumibilmente un ambiente naturale. Evitiamo assolutamente di includere quindi elementi artificiali poco pertinenti, come eventuali cartelli di avvisi e divieti o i rifiuti (ahimè) spesso trascinati dalla corrente.

Se avete letto altri nostri articoli, saprete che siamo dei forti sostenitori dello studio del soggetto. Qualora possibile, iniziate ad esplorare la zona in anticipo e valutate diversi punti di ripresa, così da individuare quello più favorevole o più originale.

Un aspetto importante riguarda il periodo dell’anno durante il quale scattare, che può influenzare profondamente tanto l’aspetto della cascata quanto l’ambiente che la circonda.

La portata può variare sensibilmente in base alla stagione, e una cascata completamente a secco in estate può esprimersi in tutta la sua forza in inverno o autunno. Tuttavia, non diamo per scontato che la quantità di acqua sia superiore nei mesi freddi: a seconda delle caratteristiche del territorio potrebbe benissimo verificarsi l’opposto.

In generale, l’autunno può rappresentare una stagione favorevole per le colorazioni assunte dai boschi, ed anche la tarda primavera, col suo trionfo di verde, può contribuire ad arricchire la composizione. Anche su questo punto bisogna comunque valutare il caso specifico, dato che molto dipende dal tipo di clima che interessa la zona.

Facciamo qualche valutazione anche rispetto all’orario nel quale organizzare la sessione fotografica. Normalmente, i momenti della giornata ideali per la fotografia paesaggistica sono considerati l’alba ed il tramonto. Le cascate non fanno eccezione: riuscire a mantenere il cielo infuocato del tramonto come sfondo o sfruttare i riflessi dorati sugli schizzi d’acqua può migliorare notevolmente la resa dei nostri scatti.

La condizione essenziale è però che la luce solare colpisca direttamente il nostro soggetto, o che il cielo sia visibile.

Nella realtà, ciò è purtroppo raro, poiché le cascate sono spesso immerse in fitti boschi o incastonate in gole ed insenature, condannate a rimanere in ombra per buona parte della giornata. Soprattutto al tramonto ed all’alba, col sole basso sull’orizzonte, è assai improbabile che ricevano un’illuminazione naturale diretta.

In questi casi, possiamo cambiare strategia e trovare una condizione di illuminazione alternativa che possa comunque valorizzare le nostre fotografie. Scattare in pieno giorno può portare a spiacevoli inconvenienti legati alla presenza di forti contrasti fra zone illuminate direttamente dal sole e zone in ombra.

Tuttavia, se scegliamo di scattare in una giornata nuvolosa, possiamo sfruttare l’effetto diffusore creato dalle nuvole stesse. Queste, filtrando la luce solare, limitano i contrasti rendendo in generale l’illuminazione più morbida e piacevole.

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