In questo articolo parleremo di paesaggi urbani e foto architettoniche, dando alcuni consigli di carattere generale per fotografare in città. Che si tratti del luogo nel quale viviamo o della meta delle nostre prossime vacanze, vediamo quali accorgimenti possiamo prendere per migliorare i nostri scatti urbani.
In massima parte, restano validi i consigli per fotografare i paesaggi oggetto di un recente articolo (che vi consiglio di leggere). Quando si parla di fotografare in città, alcuni specifici aspetti assumono però una particolare rilevanza, e meritano quindi un approfondimento.
Indice dei contenuti
Fotografare in Città con il Grandangolo
Facciamo innanzitutto qualche considerazione sull’attrezzatura fotografica, con particolare riferimento agli obiettivi. Naturalmente, possiamo fotografare in città (ed in qualsiasi altro ambiente) utilizzando qualsiasi lunghezza focale si adatti allo specifico soggetto.
In ogni caso, è molto frequente che ci si ritrovi a dover inquadrare scene piuttosto ampie (un palazzo, una piazza, una chiesa…) da punti nei quali non abbiamo molta libertà di movimento.
Mi vengono in mente soprattutto i vicoli stretti nei centri storici di molte città europee. Per questi motivi, gli obiettivi grandangolari sono sicuramente indispensabili per chi vuole cimentarsi nei paesaggi urbani.
L’utilizzo di focali molto corte, però, comporta spesso un effetto collaterale da valutare con attenzione: la distorsione ottica.
Questa deformazione dell’immagine riguarda la maggior parte dei grandangoli (soprattutto quelli più economici) e si manifesta con un incurvamento innaturale della foto, evidente soprattutto vicino ai bordi del fotogramma.
Anche se queste deformazioni sono presenti in qualsiasi genere di foto, nei paesaggi urbani risultano spesso più evidenti che non in quelli naturali, semplicemente perché in città abbiamo più spesso a che fare forme regolari, la cui curvatura salta subito all’occhio.
Se possibile, evitiamo quindi di impiegare focali estreme, o quantomeno manteniamo un certo margine fra i bordi del fotogramma ed il soggetto della foto. Potete trovare maggiori informazioni sulla distorsione ottica nella pagina dedicata ai difetti degli obiettivi, nel nostro corso di fotografia.
Attenzione alla Distorsione Prospettica
Vi sarà certamente capitato di voler inquadrare per intero la facciata di un edificio piuttosto alto trovandovi alla sua base. In questi casi, si tende istintivamente ad inclinare la fotocamera verso l’alto (tipicamente con un grandangolo) in modo da riprendere il soggetto per intero.
Osservando le foto riprese con queste modalità, però, noterete come i lati dell’edificio sembrino convergenti.
Nella foto di esempio, che riprende il Duomo di Siena, vedete una tipica manifestazione di questo difetto, noto come linee cadenti. Le linee cadenti, contrariamente a quanto si sente talvolta affermare, non dipendono dall’obiettivo e di per sé non sono nemmeno una vera e propria deformazione.
L’apparente convergenza delle linee parallele è dovuta semplicemente alla prospettiva. Si presenta con qualsiasi obiettivo, tanto sul piano verticale che su quello orizzontale e, se ci fate caso, anche ad occhio nudo!
Le linee cadenti sono, insomma, del tutto normali. Ciò non toglie che nelle foto architettoniche si cerchi solitamente di evitarle. Per far ciò, non si deve far altro che inquadrare il soggetto mantenendo la fotocamera perfettamente parallela ad esso, senza inclinarla.
In genere, ciò richiede di allontanarsi ed, eventualmente, utilizzare una lunghezza focale diversa.
Evitare di Inquadrare le Persone
In molti casi, includere delle persone nei paesaggi urbani può dare un tocco in più alla nostra composizione: d’altro canto, è proprio la gente l’anima delle città!
La presenza di persone nell’inquadratura deve però essere gestibile e deve dare un effettivo contributo alla nostra foto. In caso contrario, i passanti potrebbero costituire elementi di disturbo e compromettere quindi lo scatto. Quando vogliamo riprendere i monumenti cittadini, è solitamente preferibile escludere le persone dall’inquadratura, il che può talvolta risultare problematico.
Certamente, se si tratta di un solo individuo o di un piccolo gruppo, possiamo gentilmente chiedere loro di spostarsi, spiegando la situazione. Ma cosa fare in caso di luoghi molto affollati?
La soluzione è quella di scegliere il momento giusto: le occasioni in cui anche i luoghi più frequentati sono deserti. Il momento migliore in assoluto è il mattino, prima dell’alba, parte della giornata in cui anche la luce è quella ideale per fotografare in città (vedi paragrafo successivo).
Nella maggior parte delle città, anche i punti più trafficati si presentano vuoti prima delle 7 del mattino.
Se avete visitato Parigi, saprete bene quanto possa essere affollata la Place du Trocadéro. Frotte di turisti, venditori ambulanti, artisti di strada, e chi più ne ha più ne metta.
Eppure, è bastato alzarsi di buon’ora per trovare la piazza completamente deserta e poter immortalare la Torre Eiffel in tutta la sua bellezza senza alcuna “intrusione” nell’inquadratura.
Trovandomi sul posto prima dell’alba, ho spesso avuto modo di scattare foto anche ai monumenti più famosi del mondo senza dovermi preoccupare che qualche passante rientrasse nell’inquadratura.
Ma al di là di questo, ci tengo anche a sottolineare la suggestiva esperienza di trovarsi, in piena solitudine, al cospetto di luoghi dalla bellezza infinita, che sembrano trovarsi lì solo per noi. È una sensazione molto diversa dal visitare gli stessi posti durante le ore di punta, col frastuono della folla cittadina!
La Luce Giusta per Fotografare in Città
Parliamo adesso dell’illuminazione. Anche quando si tratta di fotografare in città valgono le stesse regole che si applicano alla fotografia paesaggistica ed è quindi consigliabile fotografare al tramonto oppure all’alba.
Tuttavia, nel caso specifico dei paesaggi urbani, una menzione particolare merita la cosiddetta “ora blu“: quel breve intervallo di tempo durante il quale il sole è già (o ancora) sotto l’orizzonte ma il cielo non è completamente scuro.
L’ora blu si verifica dunque appena prima dell’alba o appena dopo il tramonto e la sua durata varia a seconda della latitudine, del periodo dell’anno e delle condizioni atmosferiche.
Ciò che rende questo il momento il momento migliore per fotografare in città è in primo luogo il perfetto equilibrio che si crea fra l’illuminazione naturale e quella artificiale.
Le luci cittadine ed i monumenti da esse illuminati, spiccano nella penombra del crepuscolo senza tuttavia determinare un contrasto eccessivo, che porterebbe invece ad avere luci bruciate od ombre troppo scure.
Il contrasto è invece evidente a livello cromatico. I toni caldi dell’illuminazione cittadina risaltano perfettamente su quelli freddi che la luce naturale assume in questa parte della giornata.
Se voleste approfondire questo tema, vi rimandiamo comunque all’articolo dedicato proprio all’importanza dell’ora blu in fotografia.
Curare la Composizione
Come dicevo prima, la città è un ambiente caratterizzato da forme regolari, che possiamo sfruttare a nostro vantaggio per ottenere una composizione accattivante.
Strade, ringhiere e motivi geometrici sulla pavimentazione possono ad esempio essere trasformati in potenti diagonali che guidano lo sguardo dell’osservatore attraverso la scena, dal primo piano allo sfondo.
Sebbene in generale si consigli di decentrare il soggetto nell’inquadratura (magari seguendo la regola dei terzi), anche una composizione centrale può adattarsi bene all’architettura cittadina.
In particolare, questo tipo di composizione “funziona” con i soggetti simmetrici. La condizione essenziale per far sì che questa soluzione sia efficace è l’assoluta perfezione.
La composizione deve essere perfettamente centrale e l’asse di simmetria deve coincidere con il centro della foto.
Ottima dialettica ed estremamente chiara e semplice ; complimenti .