L’Ora Blu in Fotografia: la Guida Definitiva

In questo articolo ci occuperemo dell’ora blu in fotografia, ovvero di quel breve (ma magico) intervallo di tempo che si verifica due volte al giorno e che permette, col minimo sforzo, di arricchire l’atmosfera dei nostri scatti.

Che cos’è l’ora blu in fotografia

Iniziamo dal principio e precisiamo innanzitutto che cos’è l’ora blu in fotografia. Con questa locuzione un po’ poetica ci si riferisce semplicemente al crepuscolo, ovvero al momento della giornata successivo al tramonto del sole o precedente il suo sorgere.

Dato che in questa fase il sole si trova sotto la linea dell’orizzonte, non contribuisce direttamente ad illuminare la scena ma il cielo mantiene una certa luminosità, che riflettendosi nell’atmosfera diviene la principale fonte di illuminazione naturale.

Durante questo periodo il cielo assume ed emana una tonalità fredda (blu, per l’appunto) e trasferisce ai paesaggi una luce tenue, morbida ed avvolgente, dalle tinte delicate.

Paesaggio urbano fotografato durante l'ora blu

L’espressione è apparsa per la prima volta in francese (“l’heure bleue“) ma oggi, oltre che in italiano, è comune l’utilizzo dell’equivalente inglese “blue hour“: un rimando alla cosiddetta golden hour (che riguarda invece le foto al tramonto).

Il concetto di ora blu non nasce con la fotografia: la tipica atmosfera che la caratterizza era già riprodotta in pittura ben prima dell’invenzione della macchina fotografica e se ne trova menzione anche in poesia.

Ad ogni modo, è proprio nel campo della fotografia che l’ora blu trova oggi la sua applicazione più pratica; scopriamo perché.


Perché fotografare durante l’ora blu?

Una luce morbida e diffusa, dicevamo, che avvolge il soggetto, per di più lateralmente (dall’alto). In fotografia queste sono considerate le condizioni di illuminazione ideali per la maggior parte delle riprese.

In assenza del sole si evitano infatti gli eccessivi contrasti tra luci ed ombre che si vengono a creare nel caso degli scatti diurni, il che favorisce la resa tridimensionale del soggetto.

Il cielo stesso, se incluso nell’inquadratura (condizione comunque non indispensabile), diviene un interessante elemento compositivo e contribuisce a sua volta ad arricchire l’immagine, regalando al nostro soggetto uno sfondo di grande interesse.

Fotografare durante l’ora blu può rendere più piacevole un po’ qualsiasi soggetto, anche quelli ordinari, purché ripresi all’aperto ed investiti dunque dall’illuminazione tipica di questo momento della giornata.

Ad ogni modo, a beneficiare particolarmente di queste condizioni di luce sono i paesaggi urbani, i monumenti e gli skyline cittadini, come abbiamo infatti evidenziato nell’articolo dedicato alle foto in città.

fotografia di un paesaggio urbano che riprende il tower bridge di Londra durante l'ora blu

Durante il crepuscolo, tipicamente, si accendono le luci cittadine e la coesistenza fra la penombra tipica dell’ora blu e l’illuminazione pubblica crea un equilibrio perfetto che esalta i soggetti presenti nella nostra composizione.

La poca luce ambiente emanata dal cielo viene relegata in questo caso al ruolo di una enorme fill light, che mantiene leggibili anche le aree non illuminate.

Il contrasto fra l’illuminazione artificiale e quella soffusa del crepuscolo non riguarda solo l’intensità, ma è spesso evidente anche a livello cromatico. Infatti, le luci cittadine sono normalmente calde, tendenti al giallo, e quindi perfettamente complementari alle tonalità fredde che dominano la scena.

Per chiarire meglio, osserviamo la sequenza di immagini qui sotto, che ritrae il Duomo di Firenze ripreso in tre diversi momenti, durante la stessa sessione fotografica, in un arco temporale di circa un’ora.

fotografia del Duomo di Firenze scattata nel pomeriggio
Prima dell’ora blu
fotografia del Duomo di Firenze scattata durante l'ora blu
Durante l’ora blu
fotografia del Duomo di Firenze scattata di notte
Dopo l’ora blu

La prima immagine è stata scattata all’approssimarsi del tramonto, come testimoniato dal fatto che la luce colpisce gli edifici cittadini con un angolo molto basso. Questa condizione (benché in generale ricercata) porta con sé alcuni svantaggi.

Innanzitutto più la luce è laterale, maggiori saranno le zone lasciate in ombra e non c’è alcuna garanzia che le parti illuminate coincidano con quelle che vogliamo esaltare. Infatti, nel nostro esempio, la cupola appare quasi del tutto in ombra e l’edificio giallo in primo piano rischia fortemente di rubarle la scena!

A livello compositivo, ricordiamo infatti che le parti più luminose vengono interpretate dall’osservatore come punto focale dell’immagine.

Notiamo anche quanto forte sia il contrasto fra le zone che ricevono un’illuminazione diretta del sole e quelle in ombra. Il passaggio fra le une e le altre è netto, non graduale, il che deriva dal fatto che la sorgente luminosa primaria sia relativamente dura e non mitigata da alcuna fonte di illuminazione secondaria.

Nel caso del secondo scatto, realizzato proprio durante l’ora blu, tutti questi problemi vengono meno. L’intero paesaggio, nel suo complesso, è illuminato dalla tenue luce crepuscolare che gli dona una spiccata tonalità fredda.

Non è comunque questa la principale sorgente luminosa della nostra scena, bensì l’illuminazione pubblica! Il fatto che il Duomo sia illuminato artificialmente gli permette di spiccare sia per luminosità che – come facevamo notare – per cromie.

Contrariamente a quanto avviene nella prima immagine, non esiste una zona di passaggio netta fra le zone illuminate e quelle in ombra, bensì un passaggio graduale, come particolarmente evidente nella cupola. Ciò è ovviamente dovuto al contrasto comunque limitato con le aree in penombra.

Il terzo scatto, realizzato al termine del crepuscolo e quindi in notturna è in questo caso il peggiore. In assenza di una luce di riempimento non è stato possibile mantenere leggibili i dettagli sulle ombre (che appaiono completamente nere), né favorire la transizione sfumata fra queste e le aree illuminate artificialmente.

L’esposizione è inoltre stata calcolata in modo da coprire la maggior parte del soggetto, ma alcune aree (quelle più vicine alle sorgenti luminose) rimangono fortemente sovraesposte. Infine, si sono perse le sfumature sullo sfondo, che negli altri due scatti rivelavano i contorni delle colline.

Con questo confronto non vogliamo certo sostenere che le foto in città vadano sempre scattate durante l’ora blu.

Il tramonto rimane uno dei momenti migliori per le fotografie (incluse quelle di Firenze da Piazzale Michelangelo!), sebbene nell’esempio proposto le condizioni atmosferiche non abbiano reso particolarmente interessante questa fase della giornata.

Anche fotografare in notturna, applicando le giuste tecniche, può consentire di portare a casa scatti ricchi di fascino. Aggiungiamo poi che molti dei problemi che abbiamo menzionato potrebbero essere limitati da una post-produzione mirata.

Speriamo comunque di essere riusciti a spiegare in maniera efficace come le condizioni di illuminazione varino rapidamente nei momenti precedenti e successivi l’alba ed il tramonto e come ciò possa influire profondamente sulle nostre fotografie.

Benché le tipiche condizioni di illuminazione proprie dell’ora blu si sposino perfettamente con i paesaggi urbani ed i monumenti, non sono questi gli unici soggetti sui quali concentrarsi durante il crepuscolo.

Anche paesaggi naturali, come quelli montani o marini possono beneficiare di queste condizioni di illuminazione. In questi casi può essere utile ricercare soggetti la cui particolarità risieda nella sagoma, così da mantenerne una silhouette che si staglia su un cielo di grande interesse.

paesaggio ripreso con un teleobiettivo all'ora blu

Attrezzatura ed impostazioni

Non è richiesta un specifica attrezzatura per fare fotografie durante l’ora blu. La questione riguarda più l’illuminazione che non la tecnica fotografica e chiunque può sperimentarne i vantaggi a prescindere dallo strumento in suo possesso, fosse anche un semplice smartphone.

Allo stesso modo, non esistono impostazioni di scatto particolari da applicare durante l’ora blu: valgono sempre le regole di base che riguardano l’esposizione fotografica.

Ad ogni modo, dato che l’illuminazione sarà piuttosto tenue, ci si ritroverà verosimilmente a scattare con tempi di posa piuttosto lunghi, soprattutto considerando che i soggetti paesaggistici richiedono una notevole profondità di campo e dunque diaframmi chiusi.

Un treppiedi si rivelerà quindi quasi sicuramente indispensabile per evitare di incorrere al mosso dovuto al movimento delle mani o per non dover impiegare sensibilità ISO eccessivamente elevate.

In alcuni casi potrebbe essere necessario superare il tempo di posa limite impostabile dalla macchina fotografica (normalmente 30″ nel caso di reflex e mirrorless) e ricorre alla posa bulb per allungarlo ulteriormente.

Nessuna indicazione specifica per quel che riguarda l’obiettivo: questo dovrà essere chiaramente adeguato al soggetto, ma la circostanza che si stia fotografando durante l’ora blu non richiede particolari accorgimenti. Le foto che abbiamo inserito in questo articolo sono state infatti scattate con le ottiche più varie ed in un range di focali fra i 14 ed i 600 millimetri!

Un filtro polarizzatore può tornare utile qualora si intendesse includere un’abbondante porzione di cielo e nel caso in cui questo presentasse molte nuvole. Il filtro, in questo caso, potrebbe migliorarne il contrasto e renderle ancora più interessanti.

I filtri ND non trovano largo impiego in queste circostanze poiché in presenza di poca luce si ottiene già di base un’esposizione piuttosto lunga. Nel caso si cercasse tuttavia un particolare effetto mosso su tempi lunghissimi non ci sono grosse controindicazioni ad impiegare dei filtri neutri leggeri.

Nell’eventualità di esposizioni lunghissime (ad esempio 10 o 15 minuti) ricordate di applicare una compensazione positiva: durante l’esposizione stessa l’intensità luminosa calerà infatti sensibilmente rispetto ai calcoli effettuati prima dello scatto.


Consigli vari e tecniche avanzate

Il fatto di fotografare durante l’ora blu può già, di per sé, impreziosire le nostre immagini, ma con qualche accortezza e valutando alcuni fattori aggiuntivi, possiamo migliorarle ulteriormente.

La presenza di nuvole

La prima questione che vi consigliamo di considerare è l’eventuale presenza di nuvole e la loro quantità. Nella maggior parte dei casi le condizioni migliori, a nostro avviso, si verificano quando è presente uno strato nuvoloso di moderato spessore.

fotografia di un paesaggio marino durante l'ora blu con una lunga esposizione

Un cielo sereno del tutto privo di nuvole ridurrebbe la diffusione della luce e comporterebbe una notevole differenza di luminosità fra la zona del cielo in corrispondenza della quale è appena tramontato (o sta per sorgere) il sole ed il nostro soggetto, difficilmente gestibile.

Al contrario, in presenza di uno strato di nuvole molto spesso, la luce sarebbe così morbida da apparire priva di direzionalità, smorta, e dopo il tramonto il cielo transiterebbe semplicemente dal grigio al nero senza apportare alcun beneficio alle nostre immagini.

Per chiarire meglio, diamo un’occhiata ad un caso reale, con le due foto della cattedrale di Notre Dame di Parigi riprese (a distanza di qualche anno) in condizioni meteorologiche differenti.

La prima immagine, scattata in presenza di un cielo completamente sereno, mostra tutti gli svantaggi descritti poc’anzi. La parte del cielo più luminosa è infatti completamente bruciata ed al contempo, le aree più scure appaiono gravemente sottoesposte, quasi del tutto nere.

Nella seconda immagine, al contrario, una nuvolosità consistente si è comportata come un grande diffusore che ha ammorbidito la luce prevenendo contrasti eccessivi. Le ombre mantengono dettagli ben leggibili ed i volumi sono ben definiti.

Le nuvole stesse hanno svolto un ruolo attivo nella composizione, rendendo il cielo più interessante ed evitando l’effetto “vuoto” che si ha invece nel primo scatto.

Ovviamente non è nostro potere determinare la quantità di nuvole presenti, ma essendo consapevoli di cosa aspettarci in base alle condizioni meteorologiche potremo adeguare di conseguenza la composizione od il punto di ripresa.


La direzione della luce

Altro punto che merita attenzione (e sul quale possiamo avere invece un certo controllo) riguarda la direzione verso la quale si trova il sole, sia pure al di sotto dell’orizzonte, rispetto alla composizione che abbiamo immaginato.

fotografia che ritrae un paesaggio urbano attraversato da un canale durante l'ora blu

La zona del cielo prossima alla posizione del sole appare più luminosa di quella opposta ed inquadrandola corriamo il rischio di ritrovarci con contrasti eccessivamente elevati. Una manifestazione di questo inconveniente è evidente nel primo dei due scatti di Notre Dame visti prima.

La soluzione ideale sarebbe quella di inquadrare il nostro soggetto in modo da mantenere laterale la parte di cielo più luminosa, così da evitare contrasti eccessivi.

Non sempre ciò è comunque possibile, dato che potremmo ritrovarci con una inquadratura forzata. In questi casi, possiamo però programmare il nostro scatto in un momento diverso.

Ricordiamo di avere a disposizione ben due finestre giornaliere (prima dell’alba e dopo il tramonto), durante le quali la parte ci cielo più luminosa si troverà in direzioni grossomodo opposte.

Se intendente sfruttare le caratteristiche dell’ora blu per riprendere paesaggi urbani, tenete conto anche di un altro fattore: spesso, l’illuminazione dei monumenti cessa poche ore dopo il tramonto, quando in giro non c’è più nessuno ad apprezzarle.

Di conseguenza, il crepuscolo mattutino potrebbe non essere il momento più opportuno per pianificare la sessione fotografica.


Quando è l’ora blu? Orario, durata, pianificazione

A questo punto, cerchiamo di chiarire con maggiore precisione quando si verifica l’ora blu, quanto duri e come prevederne l’arrivo, così da poter opportunamente pianificare le nostre sessioni fotografiche.

paesaggio naturale con un faro fotografato durante l'ora blu con un grandangolo ed una lunga esposizione

Come avrete ormai intuito, per risultati degni di nota, nessun particolare dovrebbe essere lasciato al caso. Idealmente, lo studio del soggetto dovrebbe iniziare giorni prima e, una volta sul posto, dovremmo già avere le idee chiare su come gestire l’inquadratura ed impostare la fotocamera.

Abbiamo ripetuto più volte che l’ora blu si manifesta due volte al giorno: appena prima dell’alba e poco dopo il tramonto.

A voler essere precisi ciò non è sempre corretto: oltre il Circolo Polare Artico, in piena estate ed in pieno inverno, l’ora blu potrebbe presentarsi solo una volta al giorno o non manifestarsi affatto, anche per mesi interi.

Questa particolarità si deve ai fenomeni del sole di mezzanotte (il sole non tramonta mai) e della notte polare (il sole non sorge mai). Lo stesso accade anche a sud del Circolo Polare Antartico, ma ciò è di scarsa rilevanza, dato che si tratta di un’area del nostro pianeta pressoché disabitata.

Al di là di questi casi estremi, l’inizio e la durata dell’ora blu variano comunque sensibilmente a seconda della latitudine e del periodo dell’anno, seguendo ovviamente gli orari di alba e tramonto.

Durante l’estate (nell’Emisfero Boreale) il crepuscolo serale si verifica evidentemente più tardi mentre quello mattutino prima; una variazione tanto più accentuata quanto più ci si allontana dall’equatore.

La durata dell’ora blu è in qualche modo proporzionata alla durata stessa del giorno: più lunga in estate e più breve in inverno. Per dare comunque un’idea, alle nostre latitudini ed in periodi dell’anno intermedi, l’arco di tempo utile per scattare le fotografie è di circa 20 o 30 minuti.

Precisiamo anche che l’ora blu non si manifesta esattamente nell’immediato, prima o dopo alba e tramonto, bensì a distanza di un intervallo di tempo (normalmente dai 15 ai 30 minuti) durante i quali l’illuminazione va scemando.

Ovviamente ciò non toglie che l’illuminazione possa comunque essere piacevole in questi momenti, soprattutto se le nuvole si “infuocano” di colori caldi, ma non si tratta delle condizioni tipiche dell’ora blu che stiamo descrivendo in questo articolo.

Per calcolare l’orario dell’ora blu è possibile avvalersi di una moltitudine di applicazioni (come questa per iOS e questa per Android) o dei dati presenti su qualsiasi sito web che riporti le effemeridi. Spesso, queste risorse indicano anche le coordinate nel quale si troverà il sole, il che come abbiamo visto può essere di grande utilità per la gestione della composizione.

Non è indispensabile, a nostro giudizio, individuare gli orari esatti del crepuscolo: vi consigliamo banalmente di regolarvi con quelli di alba e tramonto, sapendo che l’ora blu si manifesterà un po’ prima od un po’ dopo.


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