La luce rappresenta spesso quell’aspetto in grado di fare la differenza fra una fotografia suggestiva ed uno scatto anonimo. In effetti, a poco serve studiare l’esposizione o curare la composizione se poi si ignora il ruolo determinante che ha la luce nel produrre immagini efficaci.
Allo stesso modo, nessuna attrezzatura fotografica, nemmeno la più costosa, può sopperire ad un’illuminazione poco curata.
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Il ruolo della Luce in Fotografia
Se finora abbiamo preso in considerazione esclusivamente la quantità di luce presente nella scena, ci concentreremo adesso sulla sua qualità. In questa sezione del corso di fotografia ci soffermeremo quindi sulle principali caratteristiche che riguardano l’illuminazione, ossia la direzione, il colore e la durezza.
Parlando della composizione, dicevamo che una delle principali sfide per il fotografo è quella di creare un senso di profondità, suggerendo quella terza dimensione inevitabilmente assente su un supporto bidimensionale. Il principale scopo dell’illuminazione in fotografia è proprio quello di valorizzare le forme del soggetto, definendo la profondità della scena.
Ma in che modo può, la luce, conferire tridimensionalità alla foto? Semplice: grazie al modo in cui le luci e le ombre ricoprono il soggetto.
Luce, Ombra e Tridimensionalità
Nell’immagine qui sotto, ci viene spontaneo interpretare la prima figura come una sfera e la seconda come un cerchio (a due dimensioni). Ciò è semplicemente dovuto al fatto che nella prima è stata simulata un’illuminazione.
La parte della figura rivolta verso l’ipotetica sorgente luminosa appare più chiara del lato opposto, in ombra, e l’ampia area di transizione fra la zona più chiara e quella più scura suggerisce che abbiamo a che fare con una superficie rotonda. La seconda figura, priva di qualsiasi riferimento, ci appare invece piatta, senza alcuna profondità.
Questa conclusione deriva semplicemente dalla nostra esperienza quotidiana. Ogni giorno abbiamo continuamente modo di notare come la luce si comporti in presenza dei diversi tipi di superficie. Nel momento in cui osserviamo una fotografia, a due dimensioni, facciamo inconsapevolmente ricorso proprio a questa conoscenza per intuire le caratteristiche del soggetto.
La Luce “Buona” e la Luce “piatta” in Fotografia
L’immagine precedente è un rendering effettuato con un software di grafica. Vediamo adesso come lo stesso principio si possa applicare anche in una fotografia. I due scatti che seguono sono stai effettuati nelle stesse condizioni, ma con un’illuminazione completamente diversa.
Nella prima foto, l’illuminazione proviene da sinistra e di conseguenza la parte sinistra del soggetto è quella più chiara.
La parte destra, benché in ombra, non è completamente nera e mostra comunque un buon livello di dettaglio. La cosa più interessante è comunque il fatto che, fra la zona illuminata e quella in ombra sia presente un’ampia area di transizione.
Proprio questo degradare tra zona illuminata e zona in ombra ci consente di interpretare correttamente come curva la superficie del vaso. Il principio è lo stesso di quello spiegato poc’anzi, nel confronto fra la “sfera” ed il “cerchio”. Notate anche come l’alternanza di luce ed ombra faccia risaltare le piccole sporgenze che coprono la superficie del vaso, evidenti soprattutto nell’area di transizione.
Così come per quanto riguarda il vaso, l’illuminazione consente, nella prima foto, di determinare la forma delle piantine. Le foglie rivolte verso la sorgente luminosa appaiono più chiare di quelle sul lato opposto e laddove la loro superficie sia curva, l’illuminazione degrada dolcemente fra la zona chiara quella scura.
La seconda foto, al contrario, è stata scattata col flash integrato della fotocamera e mostra un’illuminazione piatta ed uniforme. Dato che il vaso è illuminato proprio dallo stesso punto dal quale è inquadrato, non è presente nessuna ombra (ovviamente le ombre sono “dietro” al vaso).
Nessuna parte del soggetto mostra alcuna variazione di luminosità che possa darci qualche informazione sulla sua profondità. La texture del vaso, così evidente nella foto precedente, risulta in questo caso quasi impercettibile. Le poche ombre che affiorano dietro il vaso e fra alcune foglie appaiono scurissime e del tutto prive di dettaglio.
Certamente, con un po’ di sforzo possiamo comunque intuire le caratteristiche morfologiche del soggetto. D’altronde, abbiamo quotidianamente a che fare con simili vasi e piantine.
Si tratta però di una conclusione razionale: guardando la foto non abbiamo l’immediata percezione di “come sia fatto il soggetto”, non abbiamo l’impressione di poterlo toccare con mano, il che è un requisito essenziale di uno scatto riuscito. Se mi permettete il paragone, sarebbe un po’ come leggere un romanzo dalla trama ricca e coinvolgente, ma completamente privo di punteggiatura!
Ecco, consideriamola così la luce: la punteggiatura della fotografia.