Doppia Esposizione

Oggi vi spiegherò come fare una doppia esposizione (o “esposizione multipla“). Si tratta di una tecnica molto utilizzata, soprattutto nella fotografia paesaggistica, in quelle situazioni in cui c’è una forte differenza di luminosità tra le diverse aree della scena.

La tecnica della della doppia esposizione è alla portata di tutti: non sono richieste né particolari competenze né un’attrezzatura sofisticata. Vi basterà una qualsiasi macchina fotografica che permetta di compensare l’esposizione e Photoshop, per unire le due foto.

Cos’è la Doppia Esposizione? (Facciamo Chiarezza…)

Per prima cosa, vediamo di preciso che cos’è una doppia esposizione. Con questa espressione si fa riferimento, in generale, ad un’immagine ottenuta attraverso la sovrapposizione di più foto (e quindi di diverse “esposizioni”).

Queste esposizioni multiple possono riguardare la stessa identica scena (ma differire per livello di luminosità) oppure due scene completamente differenti. A questo proposito, è il caso di fare una precisazione per chiarire una piccola ambiguità.

Per “doppia esposizione” si possono intendere infatti due tecniche completamente differenti. La prima, già ampiamente utilizzata ai tempi della fotografia analogica, consiste nel realizzare una sorta di fotomontaggio unendo il contenuto di due scene differenti.

La seconda tecnica si è invece diffusa con la fotografia digitale e costituisce un metodo per fotografare scene dai forti contrasti, nelle quali sono presenti sia aree fortemente illuminate che zone in ombra. In questo articolo, vi parlerò proprio di questo secondo caso.

Prima di procedere, comunque, voglio per completezza dedicare un breve paragrafo anche alla doppia esposizione intesa nel suo senso originario, un tecnica tuttora molto apprezzata dagli appassionati di fotografia. Se ciò non vi interessa, cliccate qui per passare avanti.


Doppia Esposizione come Sovrapposizione di due Immagini

Ai tempi della fotografia analogica, per “doppia esposizione” o “esposizione multipla” si intendeva la tecnica di esporre due volte lo stesso fotogramma con due soggetti differenti. L’immagine risultante mostrava questi due soggetti parzialmente sovrapposti, oppure affiancati, a seconda della composizione e della loro luminosità.

esempio di una doppia esposizione intesa come sovrapposizione di due immagini diverse

Per fare un esempio, con una macchina fotografica analogica si potrebbe fotografare normalmente un paesaggio e poi, senza far avanzare la pellicola, zoomare sulla luna ed impressionare nuovamente lo stesso fotogramma. Così facendo, nell’immagine finale si potrebbe ottenere una luna (gigante) alle spalle del paesaggio ripreso in precedenza.

Questa potrebbe ad esempio essere, grossomodo, la procedura seguita dal fotografo che ha immortalato il lancio dell’Apollo 8, nel 1968. La luna non era infatti visibile alle spalle del Saturn V: è stata appunto aggiunta – come precisato dalla NASA – attraverso una doppia esposizione.

In questo specifico caso, aver inserito forzatamente questo elemento non risponde solo a ragioni di natura estetica, ma rafforza il significato dello scatto: il nostro satellite rappresentava l’ambiziosa destinazione dell’Apollo 8!

In altri casi, la doppia esposizione intesa in questo senso porta ad immagini surreali, quasi spettrali, nelle quali si distinguono vagamente i contorni e le trame dei soggetti.

Come anticipato, comunque, in questo articolo non mi soffermerò su questa tecnica. Se volete ottenere risultati di questo genere, potete farlo piuttosto facilmente “giocando” con i livelli di Photoshop ed in particolare con la loro opacità.


Doppia Esposizione come Fusione di due Scatti

Al giorno d’oggi, come dicevo, quando si parla di doppia esposizione si fa più spesso riferimento alla tecnica che prevede la fusione di due scatti (“exposure blending“) per ampliare la gamma dinamica della fotocamera.

esempio di risultato che si ottiene scattando in controluce con una fotocamera dalla gamma dinamica insufficiente: uno dei casi in cui una doppia esposizione è risolutiva

Quando in una scena sono presenti aree con una forte differenza di luminosità, come un qualsiasi paesaggio in controluce, la macchina fotografica potrebbe non essere in grado di registrare sia le zone più chiare che quelle più scure, anche se noi, ad occhio nudo, ci riusciamo perfettamente.

La fotocamera, lasciata a se stessa, potrebbe in questi casi registrare la parte più scura come una silhouette, e quindi completamente nera (vedi immagine d’esempio). In alternativa, le zone in ombra potrebbero essere correttamente esposte ma quelle più chiare apparire completamente bianche (“bruciate”).

La tecnica della doppia esposizione permette invece di bilanciare la luminosità delle varie parti dell’immagine al fine di rendere leggibili sia le aree più scure che quelle più chiare.

La procedura prevede di realizzare due foto della stessa scena, una esposta per le aree più luminose (tipicamente il cielo) e una esposta per quelle più scure. In seguito, si uniscono le due foto con Photoshop per trarre da ognuna di esse la porzione correttamente esposta.


Come Fare una Doppia Esposizione

Vediamo adesso, passo passo, come fare una doppia esposizione: inizieremo dalla fase di scatto per arrivare poi alla fusione delle foto con Photoshop.

Fase di Scatto

Per applicare la tecnica delle esposizioni multiple, le due foto dovranno essere perfettamente identiche, ad eccezione del livello di luminosità, ovviamente. Pertanto, l’utilizzo di un solido treppiedi è praticamente indispensabile.

Una volta composta l’inquadratura, vi consiglio di impostare la macchina fotografica sulla modalità di scatto a priorità di apertura (ma va anche bene la modalità Manuale). In questo modo, potrete compensare l’esposizione agendo sul tempo di posa e lasciando invece invariata l’apertura di diaframma. Se facessimo il contrario, cambierebbe la profondità di campo e le due foto non sarebbero dunque del tutto uguali.

Se state scattando con una compatta, o comunque con una fotocamera che non dispone di queste modalità di scatto, utilizzate semplicemente quella che vi dà accesso alla compensazione dell’esposizione.

Scattiamo quindi la prima foto facendo in modo che l’esposizione sia corretta per gli elementi in primo piano, quelli più scuri.

Per andare “a colpo sicuro”, potremmo impostare la modalità di misurazione dell’esposimetro spot o semi-spot ed effettuare la lettura sulla zona di nostro interesse.

Tuttavia, in situazioni come queste, è molto più pratico fare semplicemente uno scatto di prova, valutare la luminosità risultante e poi  compensare l’esposizione “ad occhio”, fino a che il primo piano sia correttamente esposto.

Come esempio, ho scelto una foto del lago di Braies scattata nel tardo pomeriggio in condizioni di moderato controluce: il cielo e le montagne sullo sfondo erano infatti molto più luminosi della struttura sulla destra e del lago. L’immagine qui sotto è quella correttamente esposta per il primo piano.

tutorial doppia esposizione: la foto di partenza esposta per il primo piano

Se la vostra fotocamera permette di visualizzare l’istogramma, assicuratevi che il grafico non arrivi a toccare il bordo sinistro del pannello. In caso contrario, le parti in ombra sarebbero ancora eccessivamente scure. In questa eventualità aumentate ancora l’esposizione.

Scattata la prima foto, passiamo alla seconda, quella nella quale esporremo correttamente il cielo. Rispetto alla prima immagine, dobbiamo sottoesporre di diversi stop, fino a che anche le aree più luminose siano perfettamente leggibili.

Per far questo, compensiamo l’esposizione utilizzando un tempo di posa più rapido. Come prima, assicuriamoci che l’istogramma non tocchi il bordo (questa volta quello destro). In caso contrario le aree più luminose apparirebbero completamente bianche, prive di dettagli.

tutorial doppia esposizione: la foto di partenza esposta per il cielo

Nel caso preso come esempio, come potete constatare dai dati di scatto, la differenza di luminosità fra le due esposizioni è di 4 stop.

Per velocizzare la fase di scatto, se state utilizzando una fotocamera “avanzata”, potete sfruttare la funzione del bracketing automatico.


Fusione delle Esposizioni con Photoshop

Per portare a termine la nostra doppia esposizione, dobbiamo aprire le nostre due foto in Photoshop come due livelli separati, all’interno della stessa immagine.

Per far questo, possiamo aprire separatamente i due file, selezionare l’intero contenuto (Ctrl+A) dall’immagine più scura, copiarlo negli appunti (Ctrl+C) ed incollarlo sull’altro file (Ctrl+V). In alternativa, apriamo la prima immagine e scegliamo la voce Inserisci Incorporato dal menu File (File – Place Embedded nella versione inglese) per poi selezionare il secondo scatto.

Adesso abbiamo le due foto su livelli sovrapposti, dei quali è momentaneamente visibile solo quello superiore. Se ci sono motivi di credere che le due immagini con combacino perfettamente, ad esempio perché il treppiedi non era molto stabile, possiamo forzarne l’allineamento.

Selezioniamo entrambi i livelli (cliccando sul loro nome mentre teniamo premuto Ctrl) e scegliamo Modifica – Allineamento Automatico Livelli (Edit – Auto Align Layers), quindi diamo l’OK.

Adesso non resta che trarre la parte correttamente esposta da ognuna delle due foto, nascondere tutto il resto, ed unirle.

A questo scopo, utilizzeremo uno strumento molto versatile offerto da Photoshop (descritto in modo più approfondito in un’apposita pagina di questo sito): le maschere di livello.

Selezioniamo il livello superiore, quello con la foto esposta per il cielo, cliccandoci su e scegliamo la terza icona presente sul fondo del pannello Livelli: Aggiungi Maschera di Livello.

Un rettangolo bianco, che rappresenta appunto la maschera, comparirà accanto all’anteprima della foto, nel pannello Livelli, come illustrato sotto.

tutorial doppia esposizione: le due immagini sovrapposte come livelli di photoshop con applicazione della maschera di livello

Assicurandoci che la maschera di livello sia selezionata (eventualmente facciamo click sul rettangolo bianco) attiviamo lo strumento pennello. Per iniziare, impostiamo il colore nero e la durezza sul valore minimo (0%).

Dipingendo sull’immagine, scomparirà il contenuto del livello superiore e trasparirà ciò che si trova su quello sottostante. Pertanto, dobbiamo semplicemente colorare di nero tutte le zone sottoesposte, nelle quali vogliamo che sia visibile la foto presente nel livello in basso.

Nell’area inferiore dell’immagine, nella quale non c’è alcun rischio di commettere errori, possiamo usare un pennello di grandi dimensioni.

Nelle zone di confine tra il cielo e gli altri elementi della foto, conviene invece usare un pennello più piccolo, così da non rischiare di sconfinare. In ogni caso, se per errore doveste dipingere sulla parte occupata dal cielo, basterà invertire il colore del pennello e passare nuovamente sull’area in questione con il bianco.

Senza troppa fatica, dovremmo ottenere rapidamente un risultato come quello mostrato nella foto sotto. Siamo già a buon punto, ma bisogna migliorare la parte occupata dalle montagne sullo sfondo.

come appare l'immagine frutto delle due fotografia sovrapposte dopo l'applicazione della maschera di contrasto

Perfezionare il Risultato

Per la casetta di legno in primo piano, l’approccio migliore è quello di ricalcare perfettamente il bordo, separandola così in modo netto dallo sfondo.

Per quanto riguarda le montagne, invece, possiamo ottenere un risultato migliore creando piuttosto un’ampia area di transizione, nella quale si passa gradualmente dalla foto esposta per il cielo a quella esposta per il primo piano.

Riduciamo quindi l’opacità del pennello ed il suo flusso portandoli su un valore basso (ad esempio 20%) e dipingiamo di bianco sulla zona a confine tra il cielo e le montagne con un pennello di dimensioni molto grandi.

Se necessario, scegliamo poi il colore nero e, sempre usando un pennello di grandi dimensioni, dipingiamo sulla zona tra la riva più distante del lago e la base della montagna.

Continuiamo a pennellare fino a quando non avremo creato una perfetta transizione fra le due parti dell’immagine.

A questo punto, la foto è sicuramente più convincente: grazie alla doppia esposizione siamo riusciti a preservare i dettagli su ogni zona dell’immagine.

l'immagine risultate dopo il completamento del blend con photoshop, prima dei ritocchi finali

Una volta conclusa la fusione delle esposizioni e soddisfatti del risultato, possiamo unire definitivamente i due livelli selezionandoli entrambi e scegliendo Unisci Livelli (Merge Layers in inglese ) oppure Unico Livello (Flatten Image).

D’ora in avanti possiamo elaborare l’immagine allo stesso modo di qualsiasi altra fotografia, applicando le classiche regolazioni di base con Photoshop. Qui sotto vi mostro lo scatto finale, dopo aver migliorato il contrasto e la saturazione dei colori.

fotografia di un paesaggio naturale con elementi umani: un lago alpino con barchette di legno

2 commenti su “Doppia Esposizione”

  1. Semplice mica tanto, anzi direi estremamente complicato, devi avere un computer, della corrente elettrica, devi avere Photoshop e saperlo usare…. Inoltre ci vuole un sacco di tempo. Con l analogico che uso tutt’ora, basta scattare due volte sullo stesso tratto di pellicola. Non serve neppure la corrente elettrica. Altro che progresso. Business.

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    • Ciao. Sono Mario. Si hai perfettamente ragione. Io però non mi ricordo più come si fa.
      Ho una vecchia reflex analogica. Mi puoi aiutare? Molto tempo fa feci una foto dove un piccolo soggetto appariva su una mano. Sono fotografie simpatiche. Ma è passato un mare di tempo e non mi ricordo più come si fa. Ciao Grazie

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