Componenti delle Fotocamere

In questo articolo analizzeremo i principali componenti delle fotocamere, spiegando quale sia la funzione di ognuno di essi. Questa pagina potrà aiutarvi a capire come è fatta una fotocamera digitale e, per sommi capi, come funziona.

Come sappiamo, esistono diverse tipologie di macchine fotografiche, ed a seconda della categoria di appartenenza gli elementi al loro interno potrebbero variare. Molte parti della fotocamera, comunque, sono assolutamente necessarie e presenti quindi su qualsiasi modello.

Obiettivo

L’obiettivo può essere considerato come l’occhio della fotocamera: il gruppo di lenti che lo compongono ha il compito di raccogliere e convogliare la luce (intesa come proiezione dell’immagine) verso il sensore, il quale si occuperà poi della sua effettiva acquisizione.

compatta panasonic lumix tz 200
imponente obiettivo incorporato di una compatta superzoom

Dall’obiettivo dipende buona parte dell’estetica della fotografia: a seconda delle sue caratteristiche, può cambiare l’angolo di campo inquadrato (e quindi l’ingrandimento del soggetto), l’estensione della profondità di campo ma anche, in parte, la qualità d’immagine che si otterrà.

Sorvolando su alcune situazioni puramente eccezionali, gli obiettivi sono componenti delle fotocamere assolutamente indispensabili: qualunque macchina fotografica prevede un sistema ottico.

Tuttavia, esistono fotocamere nelle quali l’obiettivo è integrato ed altre nelle quali questo componente è indipendente.

Sono macchine fotografiche ad obiettivo fisso le compatte e le bridge, nonché i comuni smartphone. Al contrario, reflex e mirrorless sono fotocamere ad obiettivo intercambiabile: a seconda delle situazioni è possibile associare l’ottica più adatta al soggetto che si sta riprendendo.

Se volete saperne di più sul funzionamento degli obiettivi e sulle loro caratteristiche, vi invitiamo a leggere la relativa pagina del nostro corso di fotografia.


Sensore

Se abbiamo definito l’obiettivo come l’occhio di una fotocamera, il sensore può essere invece considerato il suo cuore.

Sensore di una macchina fotografica digitale full frame

Nelle moderne fotocamere digitali, il sensore ha la stessa funzione che aveva la pellicola nei sistemi analogici, ossia quella di assorbire la luce che filtra dall’obiettivo.

Il segnale luminoso catturato dal sensore viene poi elaborato dal processore della fotocamera e tradotto in informazioni digitali (nel file, insomma).

Il sensore della fotocamera è composto principalmente da silicio e presenta sulla superficie diversi milioni di fotodiodi sensibili alla luce. Ognuno di essi corrisponde ad un pixel dell’immagine.

Dal numero di fotodiodi presenti sul sensore dipende quindi la risoluzione di una determinata fotocamera digitale. Ad esempio, un sensore da 16 milioni di fotodiodi permetterà di registrare foto da 16 megapixel.

I sensori digitali possono avere diverse dimensioni fisiche, che corrispondono comunque a determinati standard.

Le fotocamere digitali compatte integrano di norma un sensore da 1/2,3” (nel caso di prodotti molto economici) o da 1” (quelle di fascia più alta).

Fotocamere reflex e mirrorless amatoriali hanno invece sensori più grandi: nella maggior parte dei casi, queste macchine fotografiche dispongono di un sensore APS-C, le cui dimensioni si aggirano intorno ai 23x15mm.

Solo le macchine fotografiche di fascia molto alta, perlopiù destinate ai professionisti, presentano un sensore Full Frame. Le dimensioni di questo formato, ereditate da quelle dei negativi 35mm, sono pari a 24x36mm.

Per quanto riguarda gli smartphone, non esiste uno standard vero e proprio. Nella maggior parte dei casi, comunque, il loro sensore è ancora più piccolo di quello a disposizione delle compatte economiche.

La dimensione del sensore (è bene precisarlo) è del tutto indipendente dalla risoluzione: una fotocamera da 20 megapixel può essere tanto una compatta con sensore da 1/2,3″ quanto una full frame professionale.

Nel primo caso, però, la densità di pixel sarà di gran lunga superiore: 20.000.000 di fotodiodi devono infatti trovare spazio su una superficie molto più ristretta! Ne deriva che questi fotodiodi saranno inevitabilmente più piccoli, circostanza che ne riduce l’efficienza.

Proprio per questo motivo la dimensione del sensore è il principale fattore che determina la nitidezza di una foto: maggiori sono le sue dimensioni, migliore sarà la qualià d’immagine che si potrà ottenere.

Inoltre, dalla dimensione del sensore dipende anche il crop factor, ossia l’apparente moltiplicazione della lunghezza focale. Abbiamo affrontato nei dettagli questo argomento nella pagina dedicata alla focale equivalente.


Otturatore

L’otturatore è un meccanismo posto tra l’obiettivo ed il sensore digitale (o la pellicola) delle fotocamere.

otturatore di una macchina fotografica

Nel caso più comune, l’otturatore è composto da due tendine che, in posizione di riposo, rimangono perfettamente chiuse. In questo modo, si impedisce alla luce proveniente dall’obiettivo di raggiungere il sensore.

Nel momento in cui scattiamo una foto, queste tendine si aprono per un determinato lasso di tempo (ossia il tempo di esposizione), facendo sì che il sensore possa assorbire la luce ed acquisire quindi l’immagine.

La funzione dell’otturatore è dunque quella di regolare la durata dell’esposizione, che non a caso viene talvolta definita “velocità dell’otturatore“.

Quello descritto finora, con le tendine, è il classico otturatore meccanico. Oltre ad esso, esiste anche un altro tipo di otturatore: quello elettronico, spesso integrato sulle fotocamere mirrorless.

Di qualunque tipo sia, la funzione di questo componente della fotocamera rimane comunque la medesima.


Esposimetro

L’esposimetro è il componente della fotocamera che si occupa di misurare la quantità di luce che investe la scena inquadrata, in modo da stabilire dei parametri di esposizione (tempo di posa, apertura di diaframma e sensibilità ISO) corretti.

Il fotografo potrà poi regolare queste impostazioni sui valori che più si adattano allo scatto che intende realizzare, ma partendo in ogni caso dalla rilevazione dell’esposimetro.

Tutte le moderne macchine fotografiche sono dotate di un esposimetro interno, ma sono anche disponibili quelli esterni, che in alcuni casi possono garantire una maggiore precisione.

Sulle fotocamere più avanzate, ma talvolta anche sulle compatte, è possibile gestire il funzionamento dell’eposimetro in base alla situazione specifica.

Nell’apposita pagina del nostro corso di fotografia dedicata all’esposimetro abbiamo spiegato in modo approfondito tutti questi aspetti.


Mirino

Il mirino è l’elemento attraverso il quale possiamo inquadrare la scena e studiare la composizione. Le macchine fotografiche moderne possono disporre di due tipi di mirino, quello ottico e quello elettronico. Questo componente della fotocamera non è comunque indispensabile: la maggior parte delle compatte ed alcune mirrorless ne fanno infatti a meno.

reflex nikon

Il mirino ottico è un’esclusiva delle fotocamere reflex. In questo caso, l’immagine filtra attraverso l’obiettivo, viene riflessa dallo specchio interno e rimbalza nel pentaprisma (o nel pentaspecchio, sulle fotocamere economiche).

Il mirino ottico sfrutta dunque leggi fisiche per offrire una visione diretta della scena: per questo motivo rimane perfettamente funzionante anche a fotocamera spenta.

Le reflex professionali e semi-professionali hanno un mirino ottico che copre il 100% della scena. Nel caso di modelli di fascia bassa, invece, è possibile che la copertura si fermi al 95%, o giù di lì. In questo caso, l’immagine effettivamente acquisita corrisponderà ad un angolo di campo leggermente superiore rispetto a quello mostrato nel mirino.

Compatte e mirrorless sono invece equipaggiate con un mirino di tipo elettronico: una sorta di display che offre una ricostruzione digitale, in tempo reale, dell’immagine che giunge al sensore.


Display

Tutte le moderne fotocamere digitali dispongono di un display LCD. Fino ad alcuni anni fa, su alcune macchine fotografiche (soprattutto le reflex di fascia bassa), il display poteva essere utilizzato soltanto per accedere ai menu o per sfogliare le fotografie già acquisite.

Display articolato della Canon EOS 80D

Oggi, qualsiasi fotocamera digitale dispone della funzionalità live view e permette quindi di visualizzare la scena inquadrata proprio attraverso il display, in tempo reale. In questo modo, lo schermo può essere utilizzato come alternativa al mirino.

Le potenzialità del live view variano comunque da fotocamera a fotocamera. In particolare, su molte reflex, la messa a fuoco automatica potrebbe essere meno efficiente quando si visualizza la scena attraverso il display.

Molte fotocamere, soprattutto di fascia economica, dispongono di un display completamente fisso. In altri casi, invece, è possibile inclinare il display verso l’alto e verso il basso o ruotarlo completamente.

Questa possibilità rende più semplice lo studio della composizione quando si scatta da posizioni scomode e torna utile soprattutto nella fotografia paesaggistica.

Alcune moderne fotocamere, inoltre, sono dotate di un display touchscreen, attraverso il quale è quindi possibile variare i parametri nei menu o gestire la messa a fuoco.

Del display LCD, le caratteristiche più rilevanti sono le dimensioni fisiche e la risoluzione. Come consuetudine, quando si parla di schermi, la dimensione del display viene espressa con la lunghezza della sua diagonale, in pollici. La risoluzione del display è invece data dal suo numero complessivo di pixel.

Valori medi per il display delle moderne fotocamere digitali sono 3″ di diagonale e 640x480px di risoluzione.


Flash Integrato

La maggior parte delle macchine fotografiche dispone di un piccolo flash incorporato, che funge da fonte di illuminazione ausiliaria quando la luce ambiente non è sufficientemente intensa.

Il flash integrato ha normalmente una portata piuttosto limitata: dai 4 ai 7 metri circa quello delle compatte e fino a 10-12 metri quello delle reflex amatoriali.

Nella maggior parte dei casi, il flash si attiva automaticamente nel momento in cui la fotocamera rilevasse una quantità di luce insufficiente e fosse impostata su una modalità automatica. Più raramente è invece richiesto di attivare il flash manualmente.

In ogni caso, il flash integrato è da considerarsi una soluzione d’emergenza. La qualità della luce emessa è infatti molto scadente (perché dura e frontale), il che incide pesantemente sull’estetica della foto. Anche per questo motivo, la maggior parte delle fotocamere professionali o comunque più avanzate, non dispone di questo componente.


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